Le origini dell’abitato sono state attribuite a profughi provenienti da Arpi (Foggia). Secondo una leggenda invece il nome potrebbe altrimenti derivare dal greco Arpax, indicando la presenza di rapaci. Arpaise era sino al 1833 una località del comune di Terranova Fossaceca. Dal 1834 l’amministrazione e dunque la sede del Comune passarono ad Arpaise. Il centro della vita feudale anticamente era Terranova, che già nel XII-XIII secolo doveva presentarsi come abitato definito o come presidio militare fortificato. Nei documenti s’incontra il toponimo “Terranova Fossaceca” nel senso di gola chiusa per la posizione geografica strozzata, per cui ogni strada di accesso al luogo da ovest a sud-est appare negata e sicuramente anche per lo sviluppo pianeggiante a mò di conca.
Guglielmo II nel 1181, affidò il beneficio di Terranova, per molti anni rimasto di regio possesso, con la reggenza di un milite, a Guglielmo di Fossaceca della famiglia di Ugone, il quale la teneva in suffeudo e pagava dei tributi in natura per l’estensione topografica attuale di Arpaise-Terranova. E’ probabile che fu lui stesso ad ordinare la costruzione di un fortilizio (rimaneggiato forse più tardi dagli Orsini), di cui oggi restano alcune cortine e un torrione circolare. Nel 1453, Francesco Orsini, conte di Gravina e prefetto di Roma, chiese ad Alfonso I° d’Aragona il permesso di popolare il suo castello di Fossaceca, distrutto dalle continue guerre. Il re diede il suo benestare. Così nel 1450 venne ricostruito il vecchio fortilizio oltre alla Cappella del Rosario. Il nucleo abitato si spostò in un luogo più elevato e per questo detto “Terra nova”. A questi anni risale anche l’Università di Terranova, un ufficio pubblico che conservava gli atti basilari della vita dei lavoratori della terra e che venne esattamente configurato dal Concilio di Trento. Terranova fu degli Orsini fino al termine del secolo (1496), quando fu venduta a Bartolomeo di Capua, già conte di Altavilla. Rimase in possesso di questa famiglia fino al 2 maggio 1566 quando Giovanni di Capua la vendette a Vincenzo Siscara. Il 3 settembre 1573 fu comprata ad un’asta da Antonio Rota per Antonio Carafa, marchese di Montebello; successivamente venne acquistata da Orazio Carafa di Stigliano che la vendette a Cesare Pagano il I° luglio 1594. Il 30 ottobre 1641 fu venduta, per l’ennesima volta, volontariamente, a Francesco della Leonessa, duca di S. Martino. Il prezzo, in ducati 13000, fu pagato da monsignor Fabio della Leonessa, arcivescovo di Conza e patriarca di Antiochia, lo stesso, cioè, che riedificò la Rocca di Ceppaloni. Nelle numerazioni dell’ex regno di Napoli l’intero comune è sempre riportato con il nome di Fossaceca. Solo nei primi anni del 1700 comincia a svilupparsi il nucleo di Arpaise vero e proprio. Tra il 1580 e il 1630 erano comparse le famiglie Capone e Romagnoli. Sempre nel secolo XVIII un militare spagnolo aveva dato inizio all’abitato di Pasquarielli, forse Pasquarello (in spagnolo Pasquareglio), diventato, poi, per una cattiva dizione di gergo Pasquarelli. Fino al 1861 Arpaise fece parte del Principato Ultra, poi passò alla provincia di Benevento. L’800 segnò il definitivo sviluppo di Arpaise che diventò così il capoluogo del Comune.
(fonti www.halleyweb.com/c062006/hh/index.php; http://sannioetradizioni.altervista.org).